Dalla preistoria ad oggi.

La mentalità maschilista o patriarcale, o come la si voglia chiamare, ha un mucchio di cultori e anche tanti che possono coltivare il maschilismo da inconsapevoli. Tanti da far passare per velleitaria e fuori luogo la rivendicazione di pari rispetto per l’identità femminile.

Il suprematismo virile ha manifestazioni galanti, come il dare la precedenza alle donne nei passaggi, ha manifestazioni viscide, come l’indifferenza verso il diverso destino professionale delle colleghe; ha manifestazioni arroganti, come la diversa morale pubblica in campo sessuale. Sappiamo tutti e tutte che nessun uomo ha più diritto di una donna a praticare sesso occasionale. Altrettanto sappiamo che per un uomo è meno rischioso cambiare idea all’ultimo momento. Fa premio la forza fisica.

Eppure se una donna denuncia uno stupro, va incontro ad una via crucis di apprezzamenti e considerazioni tali da sconsigliare la denuncia. Una denuncia per stupro, va accertata e qualsiasi imputato è innocente fino alla condanna passata in giudicato. La domanda è: perché ogni donna sarebbe una colpevole tentatrice fino alla condanna dello stupratore (e magari anche dopo?).

Questo stato di cose è insopportabile. Lo diventa ancora di più quando l’accusato e i suoi supporter sono potenti e arroganti.

Però andiamoci piano con lo sdegno. Sa troppo di deresponsabilizzazione. Prima chiediamoci quanto siamo distanti da questa mentalità.