Lettera dall’Italia

(Version française après le texte en italien)

Cari amici della Nuova Unione Popolare Ecologista e Sociale (NUPES),

anche da questo versante delle Alpi seguiamo con attenzione, interesse, e un pizzico di ammirazione la vostra azione durante questa campagna elettorale per le elezioni legislative francesi.

Immaginiamo senza difficoltà quanto il vostro percorso, ed in particolare quello di Jean-Luc Mélenchon, debba essere stato difficile. Rari sono i politici (e le persone in generale) che mettono a rischio la propria carriera ed il loro comfort per seguire le proprie convinzioni. È quello che Jean-Luc ha fatto, è quello che avete fatto, e anche da qui ve ne siamo riconoscenti.

Domenica, se i Francesi lo vorranno, si potrà porre fine (almeno da voi) alla più grande e tragica delle ipocrisie politiche contemporanee: che l’alternativa possa essere solo tra un vasto centro servo del mercato e una destra ormai racchiusa nel tribalismo nazionalista.

Grazie a voi, la Sinistra esiste. Una Sinistra che non è nostalgica, ma tenacemente proiettata verso il futuro. Una Sinistra che ha saputo accogliere e creare idee nuove. Che ha saputo riappropriarsi pienamente dei temi economici, dopo essere stata per oltre trent’anni succube del pensiero liberale, rimasto per troppo tempo pensiero unico. Una Sinistra che dopo anni di divisioni, ha saputo ritrovarsi (almeno in grande parte). Popolare, Ecologista, Sociale. 

Essendo cittadini di un altro Paese, domenica non potremo votare per voi. Eppure speriamo. Speriamo che i giovani, ed in particolare i giovani astensionisti, colgano questa occasione per cominciare, perlomeno, a fare un po’ di pulizia del vecchio mondo. Incrociamo le dita per Rachel, autentico simbolo di queste elezioni (donna, di colore, cameriera) che affronta il secondo turno in posizione favorevole, dopo avere combattuto con le sue colleghe per la loro dignità sul luogo di lavoro.

Rachel Keke (dal web)

Le incrociamo per Stéphane, il panettiere. E per tutti quelli, ricchi o poveri, donne o uomini, che hanno fatto lunghi studi oppure no, per tutti coloro che mettono la loro differenza (e la loro faccia) al servizio del movimento collettivo. Le incrociamo per la Sinistra, per l’Europa, ed anche per l’Italia.

Allora, di cuore, grazie. Grazie di avere dimostrato, in questi quasi quindici anni, che si può fare.

Che dove la paura divide gli individui, lì la speranza costruisce la forza collettiva.

Un altro mondo è possibile. In bocca al lupo!


Chers amis de la Nouvelle Union Populaire Ecologique et Sociale (NUPES),

Même de ce côté des Alpes nous suivons votre action avec attention, intérêt et une pincée d’admiration durant cette campagne électorale pour les élections législatives françaises.

On imagine sans peine à quel point votre parcours, et notamment celui de Jean-Luc Mélenchon, a dû être difficile. Rares sont les politiciens (et les gens en général) qui risquent leur carrière et leur confort pour suivre leurs convictions. C’est ce qu’a fait Jean-Luc, c’est ce que vous avez fait, et même d’ici nous vous sommes reconnaissants.

Dimanche, si les Français le souhaitent, il sera possible de mettre un terme (au moins par vous) à la plus grande et la plus tragique des hypocrisies politiques contemporaines : que l’alternative ne peut être autrement qu’entre un vaste centre asservi au marché et une droite enfermée dans le tribalisme nationaliste.

Grâce à vous, la Gauche existe. Une Gauche qui n’est pas nostalgique, mais projetée avec ténacité vers l’avenir. Une Gauche qui a su accueillir et créer de nouvelles idées. Laquelle a su se réapproprier pleinement des enjeux économiques, après avoir été assujettie à la pensée libérale, restée trop longtemps pensée unique, pendant plus de trente ans. Une gauche qui, après des années de divisions, a su se retrouver (du moins en grande partie). Populaire, Ecologique, Sociale.

En tant que citoyens d’un autre pays, nous ne pourrons pas voter pour vous dimanche. Pourtant, on espère. Nous espérons que les jeunes, et surtout les jeunes abstentionnistes, saisiront cette occasion pour commencer, au moins, à faire un peu de ménage dans l’ancien monde.

On croise les doigts pour Rachel, authentique symbole de ces élections qui affronte le second tour en position favorable, après s’être battue avec ses collègues pour leur dignité au travail. On les croise pour Stéphane, le boulanger. Et pour tous ceux, riches ou pauvres, femmes ou hommes, qui ont fait de longues études ou non, pour tous ceux qui mettent leur différence (et leur visage) au service du mouvement collectif.

On les croise pour la Gauche, pour l’Europe, et aussi pour l’Italie.

Alors, de tout cœur, merci. Merci d’avoir montré, au cours de ces presque quinze années, que cela pouvait se faire. Là où la peur divise les individus, l’espoir construit la force collective.

Bonne chance !

Sbilanciata e diseguale

Vi sarete accorti che nella nostra società ci sono cose che non vanno bene.

In tanti si sono esercitati ad elencarle, per convincere chi ascolta di avere capito i suoi bisogni.
Sulle soluzioni invece si tende a glissare, perchè necessariamente le proposte accontentano alcuni e scontentano altri.
Il risultato sono personalità e gruppi politici che criticano gli altri e sorvolano o mentono sui propri insuccessi.

La questione è pesante e difficile da risolvere, perchè i cambiamenti da fare sono imponenti: la Repubblica italiana (Stato+Regioni+enti locali) preleva in imposte e tasse molto di più di quanto restituisca in servizi al cittadino. Questo perchè una parte consistente di imposte e tasse vanno a restituire quote di debito contratto coi privati e a pagare interessi a tassi di mercato.

In più per pagare quelle imposte non viene chiesto a tutti lo stesso #sacrificio:
lavoratori dipendenti e pensionati pagano tutto. Imprenditori e liberi professionisti in parte: i lavoratori a partita iva pagano tutto; i piccoli professionisti e le microimprese si fanno uno sconto più o meno consistente; i grandi studi professionali e le imprese medie e grandi, che possono fruire di competenze piu importanti per ridurre le imposte, pagano poco. e si lamentano più di tutti.

Per finire la rassegna, la spesa pubblica segue una ripartizione altrettanto iniqua: il welfare pubblico viene amministrato col contagocce. Scuola e sanità pubbliche, pensioni e servizi ai meno abbienti sono sottoposti a tagli continui di fondi e peggioramenti qualitativi e quantitativi dei servizi. Classi scolastiche di trenta e piu alunni, Ticket per i farmaci, tempi biblici per gli esami diagnostici, riduzione di posti letto, pensioni piu basse, ottenute sempre piu tardi

Invece la spesa pubblica per le imprese – specialmente quelle grandi – è considerata spesa virtuosa e produttiva , perchè le imprese danno lavoro e quindi agevolazioni, sovvenzioni, concessioni e contratti pubblici convenienti (per le imprese).

Il tutto mentre negli uffici pubblici marchiati come covi di #fannulloni, non vengono assunti giovani (o se vengono assunti, sono #precari e ricattabili e gli anziani non vengono fatti aggiornare e studiare. Pare che la politica faccia il possibile perchè gli uffici pubblici non funzionino bene. Cosicché quando i funzionari hanno rapporti coi privati pendano dalle labbra del consulente o del fornitore.

In conclusione, viviamo in una società sbilanciata e diseguale, che si muove per diventare ancora piu sbilanciata ed ancora più diseguale, però a dirlo si passa per estremisti o populisti.

Queste cose vanno spiegate ai cittadini. Solo quando gli elettori capiremo che nessuno può salvarci se non cominciamo ad interessarci noi stessi di politica, solo allora potremo capire che bisogna cambiare proprio tanto e che c’è veramente tanta gente che non vuole proprio che le cose cambino.

Nessuno straniero ci salverà

Non è corretto accusare di collusione mafiosa il candidato Lagalla ed i candidati che lo sostengono. Anche il candidato di Forza Italia, che e stato arrestato con l’accusa di avere stretto un patto coi mafiosi per avere più voti, fino a sentenza definitiva va considerato innocente anche se la sua immagine per la sua lista non è certo motivo di vanto.

La questione è la qualità dell’offerta politica: perseguire il bene comune non è una scelta ideologica. È la scelta politica più feconda e produttiva di benefici per tutti, nessuno escluso. Per intenderci la ricerca del bene comune a lungo termine può risultare utile anche per i più rapaci e arraffoni, che se ne avvantaggerebbero insieme a tutti gli altri cittadini.

Una politica miope, intenta a guardare solo ai vantaggi immediati, nella quale elettori ed eletti si chiedono solo quale tornaconto possono trarre dal voto, è desertificante ed il deserto civile che si produce è l’habitat ottimale per le mafie, perché queste prosperano quando il settore pubblico è sgangherato e permeabile agli interessi particolari.

Per questo una politica di bocca buona, egoista, all’insegna della furbizia e del sodalizio opaco o comunque non trasparente, una politica per la quale i voti non hanno odore o sapore, condanna la nostra città a rimanere terra di compromesso per tanti e terra d’origine della migrazione dei giovani più volenterosi.

Infine è necessario dare risposte a chi afferma che l’amministrazione che sta tramontando – in modo tanto misero – ha sempre rivendicato la propria estraneità alle logiche clientelari ed ha prodotto lo sfacelo che abbiamo davanti.

Avete visto qual è lo stato della macchina amministrativa del Comune? Con non pochi dipendenti che partecipano in orario di lavoro a manifestazioni politiche in favore di candidati che hanno animato l’opposizione? Questa è la macchina con cui ha lavorato Leoluca Orlando ed una responsabilità a nostro avviso non può essergli negata: avere lasciato passare gli ultimi anni senza fare un tagliando coraggioso a questi uffici premiando i meritevoli, mettendo in sesto le situazioni critiche e denunciando in ogni modo la carenza di forze umane per il funzionamento della città.

Comunque è certo che nessuno potrà salvare Palermo se non noi stessi palermitani. Non possiamo sperare di ottenere risultati differenti comportandoci come sempre. Dobbiamo uscire dalla sfera dei “fatti nostri” e occuparci, con un minimo di buona volontà dei temi comuni. Delle questioni del Comune.

Nessuno verrà da fuori a mettere a posto le cose.

E questo vale per Palermo come per qualsiasi altro luogo.